Regia: Roger Ross Williams
Cast: Jonathan Freeman, Gilbert Gottfried, Owen Suskind, Ron Suskind
Anno: 2016
Paese: USA
Genere: Documentario
Durata: 91
All’età di tre anni, Owen Suskind, anziché progredire col naturale sviluppo delle abilità motorie e cognitive, cominciò a subire una sorta di regressione, smise di parlare, se non attraverso un borbottio continuo e incomprensibile, e si chiuse sempre più in se stesso, con la sola compagnia dei classici Disney, fino a rendersi del tutto irraggiungibile dai suoi stessi genitori. La diagnosi di autismo, che dopo un tour di specialisti venne appuntata definitivamente al caso di Owen, gettò la famiglia nella disperazione, finché un giorno, il padre non si accorse che c’era un modo di comunicare col piccolo, parlando il linguaggio dei personaggi dei film.
Si apre così una breccia nel muro fatto di una sostanza sconosciuta ma apparentemente inscalfibile che relega Owen fuori dalla società e da una prospettiva di futuro. Appare sempre più chiaro che, conoscendo ogni battuta a memoria, il ragazzo è in grado di utilizzare i film d’animazione e le avventure che interessano i loro personaggi per orientarsi nei fatti della vita e dare un nome alle proprie emozioni.
Colpito dal memoir redatto da Ron Suskind sulla vicenda del suo secondogenito, dopo averne riassunto con immagini e filmati di repertorio l’infanzia, decide di raccontare un momento di passaggio, quello in cui il ventitreenne Owen sta per lasciare il nido famigliare per prendere possesso di un appartamento in cui vivrà, per la prima volta, in totale autonoma. Ed è commovente vedere come ciò che preme di più al protagonista del documentario, tra gli scatoloni del trasloco che lo ha portato a 120 chilometri da dove è cresciuto, è quello che contiene le videocassette della Sirenetta, di Alladin, Pinocchio e degli altri film della sua vita. Come si trattasse di dizionari, necessari in un paese straniero, o di manuali per la vita, con le istruzioni per l’uso.